Leggevo, qualche giorno fa, un articolo scritto dal Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso.
Si parlava di come sia cambiato, nel corso degli anni, il concetto di concentrazione.
Quando mi trovo a leggere o sentire di argomenti che riguardano il cambiamento di abitudini e modi di vivere rispetto al passato, cerco di verificare l’esattezza di quanto affermato facendo riferimento al mio vissuto. E, forse perché non sono più un giovanotto, una base di studio, in termini di anni vissuti, non mi manca.
Se state leggendo queste righe e già state pensando di abbandonare la lettura perché il pezzo è troppo lungo, ebbene, è un testo che si riferisce proprio a voi.
Nell’ultimo decennio, abbiamo apprezzato nell’uso quotidiano del PC il multitasking, ovvero la possibilità di fare diverse cose contemporaneamente. Bellissima e utilissima cosa. Ma c’è un rovescio della medaglia.
Già dieci anni fa in un saggio intitolato Metafisica della realtà virtuale appariva questa osservazione: L’infomania sta erodendo la nostra capacità di trattenere significati. Con la mente sempre fissata sull’informazione, la nostra attenzione svanisce. E collezioniamo frammenti.
E proietto questa affermazione sul mio quotidiano. La mia giornata lavorativa è divisa in tre periodi importanti:
la mattina di lavoro, dalle 7,30 a mezzogiorno, tra laboratorio e ufficio
pausa pranzo e poi, dalle 13,30 alle 20,00 ancora tra laboratorio e ufficio
quindi, il ritorno a casa, la doccia e la cena, poi, il dopocena in postazione PC
questa terza fase è certamente la più tranquilla, ma è anche quella in cui si accumulano tutti gli impegni che non è possibile affrontare nel corso della giornata perché ciò significherebbe rompere il ritmo.
La mia postazione PC domestica è quanto di più apparentemente disordinato, ma efficacemente organizzato, ci possa essere. Di fronte il monitor e a lato un piccolo televisore a tubo catodico (alla faccia dell’alta definizione) collegato ad un decoder sul quale è attivo un ampio abbonamento di canali satellitari. Immancabili le cuffie collegate al televisore.
Prima di iniziare a lavorare al PC decido cosa seguire alla Tv. Solitamente ascolto (sì, io la televisione, più che guardarla, la ascolto) i programmi di approfondimento, oppure un’edizione dopo l’altra di SkyTg24, dove le notizie, ad intervalli di mezz’ora, si ripetono pressoché uguali. Mi piace anche il calcio, allora le partite solitamente le seguo in cronaca, alzando lo sguardo quando si accende il tono del commentatore. Altre volte, quando poso lo sguardo sul televisore, mi scopro a leggere le notizie che scorrono sulla parte bassa dello schermo in trasmissioni dedicate all’informazione.
Questo per riallacciarsi al discorso di partenza e per dire che anche i mezzi di comunicazione, in primis la televisione, incentivano questa tendenza allo scarso approfondimento. Ci danno moltissime informazioni cercando di farlo nel modo più sbrigativo possibile.
Vi chiederete: ma questo cosa c’entra con i mobili? Beh… non ve lo posso dire in modo sintetico. Ma se ci seguirete su queste pagine sono sicuro che lo capirete benissimo. Parola mia
Franco