- Kakà intristisce in panchina. Non sa dare a Mourinho una adeguata carica di sano e antisportivo agonismo.
In settimana ho assistito alla classica Barcellona – Real Madrid.
Gran bella partita, combattuta e ben giocata. Di fronte una squadra estremamente tecnica e una estremamente “fisica”.
Da parte mia, in ambito calcistico, preferisco nettamente lo spettacolo dato dalla tecnica piuttosto che quello dato dai contrasti fisici.
A pochi minuti dalla fine della partita, nel Real è entrato Kaka, indimenticato campione in campo e fuori.
Di lì a poco, il Real, ha acciuffato il pareggio che avrebbe portato ai supplementari.
Ma qualche minuto dopo, quando ormai mancava veramente poco alla fine, è arrivato un gol strepitoso di Messi.
Per Mourinho, allenatore del Real, una vera e propria mazzata morale.
I suoi giocatori, in campo, avviliti e delusi per il sogno che iniziava a svanire, hanno cominciato a darle di santa ragione agli avversari e un brutto fallo di un difensore madrileno, fatto nelle vicinanze delle panchine, ha scatenato un parapiglia generale.
Va beh… direte voi, questo lo si è visto in tutti i notiziari sportivi dei giorni seguenti. Ma, più della manifesta imbecillità di Mourinho, a me ha colpito l’atteggiamento di Kaka. Come si è scatenata la zuffa, lui ha fatto alcuni passi verso il centro del campo, volendo allontanarsi e certamente dissociarsi da un atteggiamento che con lo sport ed il fair play ha ben poco a che fare.
Povero e triste Kaka. Finito in una squadra dove è bravo chi picchia l’avversario. Povero e triste Kaka, che non lega e non potrà mai legare con Mourinho (effettivamente, tra Mourinho e Ancelotti degli anni migliori di Kaka, la differenza è tanta).
Mi spiace che questa sia la triste storia del suo declino. Vincolato da un contratto che gli preclude trasferimenti in altre squadre, c’è solo da sperare che qualcun altro tiri le orecchie a Mourinho riportandolo ad interpretare il suo ruolo in modo meno sbruffone ed antipatico.
Ma io ho i miei dubbi…
Un cordiale saluto
Franco