Ho la fortuna di abitare in una tranquilla via di un tranquillo paese di campagna della bassa padovana.
Mediamente qui passa un’auto ogni 10 minuti. Passano, invece, molte persone in bicicletta o a piedi. Amo la tranquillità di questo posto, anche se, a causa del lavoro, mi resta poco tempo per goderne.
La domenica mi riesce un po’ più facile e, durante questi momenti di tranquillità, mi piace guardare i miei animali domestici affaccendati nelle loro tranquille avventure.
Un simpatico canarino giallo, arrivato dopo un temporale, evidentemente scappato da una gabbietta aperta, un cane attempato e filosofo di cui parlerò adeguatamente in un altro momento e, ultimo arrivato, un gattino del tutto particolare.
Ecco la sua storia: Qualche mese fa, la gatta dei nostri vicini, in attesa di partorire, ha iniziato a frequentare il nostro cortile. I nostri vicini, per motivi di lavoro, durante il giorno non sono a casa: escono la mattina e tornano la sera. Anche per questo, un po’ alla volta, mia moglie ha iniziato a preparare una ciotola anche per la gatta ospite. Quando è stato il momento, la gatta ha partorito 4 gattini nella cuccia in disuso del nostro cane Argo. Da molto tempo, infatti, Argo ha eletto a suo luogo di riposo un caldo tappeto sotto il porticato. Va detto che, fin dal primo momento, il nostro attempato cane ha preso a benvolere questi gatti, accettando di buon grado di dividere coccole e attenzioni con i nuovi arrivati.
Per un po’ di tempo nessuno si è avvicinato ai gattini. Tutti, in famiglia si preoccupavano del loro stato di salute, ma rimanendo a debita distanza per paura che mamma gatta potesse cambiare di posto alla cucciolata.
Poi, quando i gattini hanno iniziato a muovere i primi passi in autonomia e il pericolo di abbandono da parte della mamma era scongiurato, è iniziata quella serie di attenzioni, accompagnate da grande euforia e tenerezza.
Dei quattro, tre sono risultati essere gattini più una simpatica gattina. Uno dei tre gattini, però, era nato senza una zampetta. In pratica, gli manca la parte finale di una zampetta davanti. Quando sono stati decisi i nomi per questi gattini, mia figlia ha voluto che questo piccolino sfortunato si chiamasse Leone, per infondergli coraggio e fierezza, al di là del suo problema. Ovviamente si è anche pensato a chi affidare i cuccioli una volta che fossero cresciuti abbastanza, dato che non si poteva certo pensare di tenere 5 gatti, per giunta arrivati a causa di vicini un po’ “sbadati”.
La prima decisione è stata quella di tenere per noi Leone e, chiedendo a conoscenti, amici e parenti, siamo riusciti ad assicurare un’ottima sistemazione anche ai fratellini. Dopo un felice periodo trascorso dalla cucciolata in allegra compagnia, con giorni scanditi da giochi e scoperte del mondo, è arrivato il momento di affidare tre gattini ad altrettante persone. Ora, da qualche settimana, Leone è il nostro amato gattino. La sua mamma è spesso con lui e trascorre molto del suo tempo giocando con l’unico piccolo rimastole.
Argo, con aria sorniona, sorveglia Leone dividendo con lui tappeto e croccantini.
Perché ho voluto scrivere questo? Io, che solitamente ritengo tempo sprecato quello passato in semplice riposo, mi sono sorpreso a trascorrere piacevolmente il tempo ad osservare i giochi ed i progressi di questo gattino, che non riesce a camminare e correre come vorrebbe, ma che, fedele al suo nome, si muove alla costante scoperta del mondo.
Mi piacerebbe eleggere Leone a mascotte di Styledesign, per la sua forza, il suo coraggio e la sua intraprendenza.
Mi piacerebbe che tante persone trovassero interessante osservare ciò che Styledesign sa fare con coraggio e intraprendenza, guardando con benevolenza i progressi e quanto di buono riusciamo a fare con le nostre forze e tutta la nostra buona volontà.
Un cordiale saluto
Franco