Si avvicina il Natale e, per quanto presi da problemi e situazioni difficili a causa di tempi sempre più duri, si cerca di fare un po’ di introspezione accompagnata da buoni propositi. Sappiamo benissimo, però, che le festività natalizie sono sempre più un pretesto per dedicarsi all’aspetto più materiale del proprio modo di vivere, concedendosi, a volte, capricci e libertà che poco hanno a che fare con l’aspetto più profondo dell’animo umano.E in questo non ci aiutano certo i mass medie che ci bombardano senza sosta con ogni sorta di tentazioni.
Per gran parte della mia vita il Natale è sempre stato occasione di allegre e chiassose riunioni famigliari al cospetto di tavole imbandite ed improvvisate nella casa dei miei genitori. Tutto andava organizzato per una equa ripartizione dei compiti e la preparazione del cibo. Ecco che, alla spicciolata, si arrivava chi con una teglia, chi con una confezione di frutta, chi con i dolci…
Le urla e le assordanti risate dei bambini era un costante accompagnamento dell’intera riunione. C’era sempre una rappresentanza completa di ogni fascia di età e i bambini, sempre numerosi, erano il centro dell’attenzione e l’anima della festa.
Ho impresso nel cuore quei Natali indimenticabili e credo resteranno per sempre tra i miei ricordi più belli.
Ho visto un film, ieri sera, che in qualche modo mi ha riportato alla mente il clima di quelle riunioni famigliari. Anche se l’ambientazione è totalmente diversa da come intendiamo il Natale nel nostro paese, sotto sotto, il messaggio che questo bel film vuole trasmettere è quello che nessuno, anche se con forme molto diverse tra loro, può sottrarsi alla ricerca di affetto delle persone care.
Il film è ambientato in America, nel giorno del ringraziamento che, per molti aspetti può essere paragonato al nostro giorno di Natale. Le famiglie americane si riuniscono per il tradizionale pranzo con l’immancabile tacchino.
In “
Schegge di April” (questo il titolo del film) la protagonista, che non ha mai avuto un buon rapporto con la madre, decide di invitare la famiglia per la Festa del Ringraziamento nel suo appartamento di New York. Durante i preparativi, April si accorge che il forno non funziona e cerca un rimedio tra i vicini di casa. Nel frattempo la sua famiglia sta per arrivare a New York. Durante il viaggio i genitori discutono continuamente mentre l'altra figlia ricorda i fallimenti della sorella.
Il film si sviluppa attorno ad una vicenda poco hollywoodiana dove si privilegia l’emergere dell’aspetto interiore dei protagonisti.
Il film non è nuovo (è uscito circa 8 anni fa), ma, se un film non lo si è visto è come se lo fosse.
Credo che, visto con lo spirito giusto, possa piacere a molte persone. Nonostante un movimento di camera di alcune scene, che di solito mi fanno bocciare senza appello il regista (l’unica concessione la posso fare per Stanley Kubrick nelle scene dal basso di Full Metal Jacket), si arriva alla fine del film facendo il tifo per una cottura del tacchino che sembra non dover mai arrivare. Molto bello il finale, e, se devo dirla tutta, mi è piaciuta anche la canzone finale dei titoli di coda.
Un cordiale saluto e Buone Feste
Franco