La festa dei lavoratori volge al termine.
Solitamente il 1° maggio è dedicato ai concerti.
Effettivamente, non ho mai sentito tanti tromboni come in questa occasione. E mi chiedo: ma fare il politico è un lavoro? A me sembra che la nostra classe politica non abbia ben chiaro il concetto di lavoro.
Forse sono io che sono troppo terra terra.
L’unico concetto chiaro e comprensibile in tutta la giornata l’ho sentito esprimere da un operaio della Dalmine che concettualmente, a proposito della spesa pubblica ha detto:
Paragonando la società ad una famiglia, sembra di assistere a questo: il capofamiglia spende e spande in giochi e divertimenti mentre i figli non hanno il pane o le scarpe. Anzi, il padre svuota anche il salvadanaio degli altri componenti della famiglia. Il capofamiglia spende e spande e i suoi famigliari fanno la fame.
Un amico particolarmente attento a certe note stonate ogni tanto mi manda una e-mail con dati raccolti da fonti affidabili. Ecco alcuni confronti tra il bel paese (o paese della cuccagna) e gli altri
Italia: popolazione 60.000.000 senatori 315 Deputati 630
Stai Uniti: popolazione 300.000.000 senatori 100 Deputati 435
Se facessimo come gli Stai Uniti avremmo 20 senatori e 87 deputati.
Antonio Mastropasqua, presidente dell’Inps ha un compenso annuo di 1.200.000 euro (ma poi i soldi per le pensioni non ci sono).
Il Quirinale costa 228 milioni all’anno, il doppio dell’Eliseo e 6 volte la Corona d’Inghilterra.
Dal bilancio 2011 della Camera dei Deputati risultano spesi per servizi di pulizia 7.050.000 euro, ovvero 19.315 euro al giorno. È credibile? Ma quanto è sporca questa politica?
Michele Valenzise, ambasciatore italiano in Germania guadagna annualmente più del doppio di quanto guadagna Angela Merkel (240.000 euro contro 108.000).
Giancarlo Cimoli, alla guida di Ferrovie Italiane per un periodo nel quale si è arrivati ad uno stato pietoso relativamente a servizio e bilancio, ne esce con una liquidazione di 6 milioni e 700 mila euro. Poi passa ad Alitalia, portando anche questa azienda al disfacimento ed ottiene una ulteriore liquidazione di 3 milioni di euro. I regolari compensi di 7 anni, invece, ammontano a 28 milioni di euro. In pratica, per aver portato al disastro Ferrovie e Alitalia questo signore si è intascato circa 38 milioni di euro.
Io, che guadagno solo se sono capace di far andare bene la mia azienda e che in tutta la mia vita certe cifre potrò solo sentirle nominare, sono scandalizzato da questo sistema.
Mi sforzo per non farmi scoraggiare da tutta questa situazione, ma non è facile.
E mentre termino queste righe, alle spalle ho la tv accesa che replica per l’ennesima volta il pomposo discorso del 1° Maggio di Napolitano che parla di sacrifici e senso del dovere.
Basta, vah… andiamo a letto ché domattina si riprende…
Un cordiale saluto
Franco