Sabato scorso mi sono recato da un artigiano della zona che produce mobili di buona qualità.
Non lo conoscevo: mi aveva contattato il giorno prima per chiedermi se c’era la possibilità di presentare i suoi prodotti su Styledesign sotto il marchio degli
Artigiani Veneti Riuniti.
Il suo è un laboratorio come tanti altri nella zona del basso Veneto: pressoché indistinto dall’abitazione, un’appendice allargata in più riprese, un pezzo di magazzino, lo spazio per un nuovo macchinario, lo spazio per il furgoncino… laboratori mosaico dai quali risulta facile capire quali sono le porzioni di più recente costruzione.
Mi viene incontro e nell’atto di stringergli la mano esordisco
“Il signor (
e dico il suo nome)…?”
Mi stringe la mano rispondendo “Ah, io non sono un signore… Le sembra che io sia un signore?”
È una persona di circa 60 anni, con grembiule sufficientemente impolverato, le mani ruvide, discretamente pulite con una passatina sul grembiule prima della stretta di mano di presentazione, un sottile strato di polvere sugli occhiali, il metro che sporge dal taschino del grembiule…
“Certo che mi sembra un signore!” gli dico convinto.
Certamente più del manager che il giorno prima ci aveva fatto visita per contro di una grande catena di distribuzione. Gli avevo fatto vedere il laboratorio dove vengono prodotti i nostri mobili e sembrava stesse camminando sui carboni ardenti. Continuamente intento a spazzolare via con la mano la polvere che accidentalmente gli si posava addosso quando veniva a contatto con un mobile o un manufatto grezzo.
Con queste “
puzzesottoilnaso” non ho mai concluso grandi affari. Alcuni colleghi me li presentano come potenze commerciali dalle quali trarre importanti accordi commerciali, ma...
Sarà questione di feeling… ma non sono mai entrato in sintonia con questi “grandi”.
Con questo artigiano impolverato, invece, rivedo me stesso. Il prevalere della sostanza sull’apparenza, anzi, proprio nessuna importanza all’apparenza.
Posso dire che in 35 anni di lavoro ho avuto le più cocenti delusioni e amarezze ( e a volte anche vere e proprie fregature) da chi si presentava in ghingheri, con un gran macchinone ed accessoriato di tutto punto con oggetti all’ultima moda. Mai da persone con le mani ruvide.
Non smetterò mai di ringraziare l’enorme possibilità offerta dal web di portare direttamente nelle case delle persone i prodotti di noi
artigiani con i vestiti impolverati, senza aver bisogno di commercianti “
puzzasottoilnaso” abituati da sempre a dettar legge nei confronti dei veri signori del lavoro e della sostanza.
Ah, quante ne avrei da raccontare sulle prepotenze commerciali di questi esperti che non distinguono un mobile in legno da uno in melamminico…
Seguitemi su questo blog. Ve ne racconterò delle belle!
Un cordiale saluto
Franco Ferretto