Quanti modi di vivere il Natale…
In questa vigilia sono portato a pensare a come sarà diverso il Natale per tante persone conosciute o immaginate.
Penso ai lavoratori del Natale. A quelli per antonomasia, i sacerdoti che lo vivono con passione o come una fatica inevitabile e che proprio in queste occasioni avvertono la solitudine di una vita al servizio di un voto.
Penso a chi lavora in locali pubblici, bar, ristoranti, cinema sacrificando una festa da passare al lavoro, forse non riuscendo a ricavarne neppure una gratificazione economica.
Penso a chi ha lavorato per mettere su una bancarella al mercatino, e l’aveva fatto con molte aspettative e poi, invece, è stata una delusione. E le parole che consolano, ma solo fino ad un certo punto, sono “…colpa della crisi!”
Penso a chi sulla crisi ha saputo speculare e per queste sue malefatte è stato incarcerato proprio poco prima di Natale.
Penso a chi è in carcere sotto il peso di sospetti pesantissimi come l’omicidio di due bambini innocenti, Loris e Yara. Penso che un tribunale non ha emesso la sentenza ma l’opinione pubblica sì. E se si sbagliassero? Se fossero effettivamente innocenti? Quale peso può sopportare una persona senza impazzire?
Penso al Natale dei loro famigliari, e ai famigliari di tutte le persone in carcere.
Penso a chi è in ospedale, ai loro famigliari.
A chi è solo, e a chi ha un peso… Al ragazzo che ha più di mille amici su Facebook ma nessuno con cui uscire, alla ragazza che ha scoperto di essere incinta, al ragazzo a cui piacciono i ragazzi, a chi vorrebbe confessare un tradimento al partner, a chi ha un debito di gioco e si sente dentro un vortice senza uscita, a chi ha avuto una diagnosi impietosa, a chi ha perso una persona cara da poco.
A chi ha perso il lavoro, a chi ha lo sfratto incombente, a chi si sta separando, a chi sta diventando genitore, a chi assiste un genitore malato…
A chi vive per strada e a Natale avrà un posto dove andare a mangiare, ma sa che domani sarà diverso.
Ai volontari che dedicano il loro tempo e il loro Natale per dare un po’ di calore a chi è più sfortunato.
Quanta umanità… quante diverse situazioni…
Che il Natale serva a propiziare in noi alcune profonde riflessioni ma ricordandoci, soprattutto, che
“Non serve che sia Natale per scoprire di avere un cuore…”
Sono particolarmente legato a questa canzone dei Pooh.
Mi permetto di trascriverne il testo perché credo che anche una canzone può toccare le corde del cuore.
Buon Natale a tutti
Quanta polvere fa il mondo mentre va,
copre tutto e non ci fa vedere più,
le stagioni i dubbi i figli e le speranze
e rincorriamo i sogni qua e là.
Che rumore che fa il mondo mentre va,
tra motori guerre soldi e gelosie,
confondiamo il giorno dopo
con l'eternità
e l'allegria con la felicità.
E intanto tra noi scommettiamo la vita
traversando da soli il mare
per scoprire cos'è che vale.
Facci uscire dal temporale
prima che ci trascini via.
Dacci strade per ritornare
dove non siamo stati mai.
E non serve che sia Natale
per scoprire di avere un cuore,
per capire, per sperare un po'.
Che fatica che fa il mondo mentre va,
tutti in corsa per un posto
in prima fila.
O sei primo o sei nessuno.
Tutto o niente.
E il senso della vita se ne va.
E intanto tra noi ci aggiustiamo la vita,
con amori e con medicine,
mentre il tempo ci scappa via.
Facci piangere per qualcuno
che ci lascia e non tornerà.
Dacci braccia per un amico
che ci prova e non ce la fa.
Se ogni tanto ci fermassimo
a pensare.
Se ci fosse tempo per ricominciare.
Se vivessimo e lasciassimo campare.
Sarebbe tutti i giorni un po' Natale.