Non so se è successo anche a voi, a me si.
La scorsa settimana mi sono imbattuta in una fattura da emettere ad un ente pubblico.
Come saprete, con la Finanziaria 2008 è stato introdotto l’obbligo di
fatturazione in forma elettronica nei confronti delle Amministrazioni dello Stato. Tutti i fornitori che emettono fattura verso la Pubblica Amministrazione devono adeguarsi a ciò che prevede la legge.
La legge ha stabilito che l’invio delle fatture elettroniche destinate alle Amministrazioni dello Stato (le famose fatturePA) deve essere effettuato attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), che praticamente è un sistema informatico di supporto al processo di ricezione, della gestione dei dati e gestione dei flussi informativi, anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica.
La
FatturaPA deve avere un formato particolare, deve essere in
XML per essere accettata dal sistema di intercambio, deve essere registrata con una specifica numerazione, diversa da quella delle altre fatture, deve avere la
firma digitale ed oltre ad avere tutte le informazioni utili ai fini fiscali, deve assolutamente contenere il
Codice Identificativo Univoco dell’ufficio di destinazione della fattura.
Insomma, tutta una serie di informazioni e di operazioni non poi così tanto facili da reperire ed eseguire.
Alla fine delle mie lunghe ricerche sul web sono riuscita a compilare, inserire, inviare e registrare la fattura elettronica a questa pubblica amministrazione, incontrando diversi problemi e perdendo molto tempo prezioso.
A questo punto, mi chiedo: siamo proprio sicuri che questa nuova legge abbia introdotto un sistema di semplificazione di registrazione delle fatture, ai fini di risparmiare carta e monitorare le finanze pubbliche o è semplicemente una “trovata” all'italiana?
Perché a me, sinceramente, è sembrato un metodo poco chiaro e molto macchinoso che costituisce per le piccole-medie imprese un grande dispendio di tempo ed energie per l'emissione di una semplice fattura.
Mi sembra piuttosto un raggiro per far sì che piccole realtà alle quali la pubblica amministrazione (i comuni in primis) potrebbe rivolgersi con oculatezza, siano tagliate fuori da possibili forniture lasciando campo libero ad aziende più strutturate a livello amministrativo (e dove il subappalto è una costante) a danno di piccole imprese (penso a quelle adibite alla manutenzione del verde pubblico in piccoli comuni, all'elettricista, all'idraulico...)
A me, più che ad un risparmio, assomiglia ad una “genialata” per continuare a sperperare soldi senza dare troppo nell'occhio tagliando fuori le imprese più piccole.
Se questa è la semplificazione che favorisce le piccole imprese......